Minorenni maltrattati in una casa famiglia “Lager”. E’ arrivata l’assoluzione. Al via il ricorso!

E’ uno schifo! L’epilogo di questa vicenda non è solo triste, ma è sconcertante. Partiamo da qualche considerazione e dall’esposizione dell’accaduto nel lontano 2012. Già qui avrei da dire, perché in merito ad una vicenda umana così seria bisognerebbe tenere come priorità la velocità di intervento, con processi molto rapidi.

Dagli anziani, dai disabili arriviamo anche ai minori maltrattati. Perché ne parlo? Perché anche loro sono esseri umani da tutelare e proteggere, perché privati delle condizioni di vita ottimali e consone, ma soprattutto meritevoli.

Bambini già pieni di ferite psicologiche che speravano nella quiete dopo tanta tempesta, ma in verità così non è stato. La disabilità psicologica provocata da tanti abusi mi ha fatto sentire in diritto di parlare di loro nella speranza di migliorare le loro vite. Speriamo nella giustizia, ma soprattutto che tutto ciò sia da monito per il futuro; non vorrei che altri bimbi subissero tutto questo.

Io lo leggo come un chiaro accanimento verso delle creature che sicuramente e non per colpa loro vivono una condizione problematica. Dovrebbero vivere spensierati, felici per la loro giovane età; giocare, essere amati ed educati.

Io ero rimasta che le case famiglia dovevano essere istituti protetti, dove accogliere i numerosi minori che arrivano da situazioni famigliari e di vita davvero difficili. Me lo sono detto da sola:“dovrebbero”; il luogo che dovrebbe assomigliare il più possibile ad una famiglia, nell’attesa che quella vera arrivi in fretta per godersi un po’ quella parte di vita dove sarebbero un tutt’uno con mamma e papà. Continua a leggere

Il disperato appello di Massimo, centralinista cieco:”Sono pagato e voglio lavorare!”

Low Vision Access SignQuesta storia di vita arriva da Treviso; mi unisco al Gazzettino che ha raccolto lo sfogo su facebook di un ragazzo cieco che da ben 4 anni viene pagato per un lavoro che in verità non gli viene permesso di svolgere.

Il protagonista è Massimo Vettoretti, Presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Treviso, in Veneto; la regione dell’attuale scandalo, giusto per ricordarlo. Massimo è una persona molto pacata però adesso ha raggiunto il limite di sopportazione consentito nel vivere una situazione davvero grottesca e paradossale.

Massimo ogni giorno si presenta al suo posto di lavoro, centralinista alla Motorizzazione; si siede nel suo ufficio e aspetta solo che arrivi l’ora per tornarsene a casa. Intanto è costretto a non fare niente. È vero che è un non vedente, ma il suo lavoro di centralinista non lo può fare anche se avrebbe tutte le potenzialità per svolgerlo al meglio: l’azienda gli ha sostituito il centralino con una segreteria automatica ma non l’ha spostato a un’altra mansione. Semplicemente lo lascia lì, ad aspettare.

E’ da giugno 2010 che chiede di essere spostato ad un altro impiego ma nulla si è mosso a suo favore anzi, la situazione è peggiorata. Dal 2013 si è anche rotto il telefono del suo ufficio, quindi non può né chiamare, né essere chiamato. Se qualcuno dovesse chiamare in Motorizzazione cercando il centralinista nessuno potrebbe passargli la telefonata. Continua a leggere