DAL FESTIVAL DI SANREMO UNA GRANDE LEZIONE DI VITA

L’avrete visto in tanti; sto parlando del compositore e direttore d’orchestra “Ezio Bosso”. Una lezione a doppio senso, uno scambio di cui vado molto fiera: ci siamo guardati e ascoltati per le capacità che ci caratterizzano. Permettetemi di dire che finalmente eravate tutti attenti, davanti al televisore, ad ascoltare e non semplicemente “guardare” una persona di talento. Come lo so? Dai numerosi commenti su internet; la maggior parte da chi la disabilità non la vive e forse neanche la conosce. E questo mi da molto da pensare, perché ho quasi la certezza che rimarrà un “momento unico” solo e relegato in un angolo dei nostri ricordi.

Ammettetelo a voi stessi: non vi siete sentiti più leggeri a guardare la disabilità con occhi diversi? Io sono convinta che l’handicap ha occupato i vostri occhi per un tempo breve, giusto quello in cui lui ha spiegato un po’ di cose di sé stesso.

Avete avuto la dimostrazione che un uomo, anche se colpito nel pieno della sua vita da una terribile malattia come la SLA, con qualche importante e personale accorgimento, ha continuato la sua passione, il suo talento e girato il mondo. Vedete che non è poi tanto sbagliato pensare che è il mondo che deve cercare di adattarsi e uniformarsi a lui, perché lui ha tantissimo da dare in cambio?

Ogni singola persona va valutata come singolo individuo, autore e promotore di se stesso, poi è indiscutibile che può piacere oppure no, però non deve mai essere una valutazione condizionata dall’handicap di questa persona, qualunque esso sia.

Finalmente il mio motto contro la diversità prende forma:”Osservami bene, in una persona malata non tutto è malato”. Continua a leggere