Tavolini sui posti dei disabili! Pizza o aperitivo possono davvero vincere sui diritti degli invalidi?

Occupandomi spesso di barriere architettoniche mi ritrovo a cercare notizie, a leggere storie e situazioni che le riguardano. Così, il Tempo.it mi ha proposto una notizia interessante: un bel nuovo modo di occupare i posti auto riservati ai disabili.

Ristoranti e bar che da un lato vogliono dare un bel servizio al cliente, per avere un certo riscontro negli incassi e dall’altra danno un importante, azzarderei notevole, disservizio ad una categoria dimenticata: i disabili. 

L’articolo in particolare parla di Roma, la capitale e il suo centro storico con i suoi locali. Ristoranti che si sono appropriati dei posti auto per i disabili davanti al proprio esercizio, per realizzare un area tavolini per far mangiare all’aperto. Quando ho visto le foto sono rimasta a bocca aperta; lo ammetto non pensavo che l’uomo, perché trattasi di persone come me, potesse arrivare a tanto.

Credo che si possa definire:“FURBATA”; in tutta sincerità non credo che sia solo un vizio o vezzo, dipende dai punti di vista, della capitale d’Italia, anzi credo che cercando a fondo ciò accada in maniera abbastanza diffusa e sistematica lungo tutto il nostro stivale.

Non credete che valga la pena soffermarci un po’ e fare una bella analisi di ciò che succede sotto il nostro naso? Un argomento che mi fa davvero imbestialire! Ormai cari lettori sapete che io amo riflettere, quindi penso: forse quella con gli atteggiamenti sbagliati sono io e forse sono troppo pignola. Però poi, per fortuna, tiro un sospiro di sollievo, perché passato il momento di smarrimento torno in me e realizzo subito che è ciò che ho intorno ad andare al rovescio. Posso solo ammettere che l’arrivo della disabilità mi ha reso molto più attenta, critica, pignola e devo dire che non mi dispiace.

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L’ascensore chiude, quando manca il personale! Luca prigioniero della metro romana per due volte in un mese!

Eccomi qui di nuovo a parlarvi di un disservizio che sfocia in un importante diritto negato. Due volte in meno di un mese Luca, un ragazzo disabile, intrappolato nella metropolitana romana.

Perché non tramutiamo questo disservizio, che si espande a macchia d’olio in tutto il nostro bello stivale, in una vera emergenza? Attenzione, non per avere la risoluzione certa del problema, dato che è sotto gli occhi di tutti l’incapacità dei nostri governanti, ma almeno per avere la certezza di parlarne, molto, con insistenza e per raccogliere altre testimonianze, per fare gruppo, un bel gruppo che facendo rumore disturbi il loro torpore. Sì, di questo si tratta: “torpore”. Se fosse letargo prima o poi si sveglierebbero e invece triste a dirlo trattasi di sonno che impedisce loro di occuparsi “solo di noi”.

Quale il problema concreto che si è verificato? Ascensore non funzionante per mancanza di operatore. La mamma di Luca, Maria Pozzuoli, è veramente arrabbiata e tutto il suo disappunto viene ascoltato e divulgato da Redattore Sociale.

Appoggio con tutte le mie forze e con questo mezzo a mia disposizione il suo sdegno; non è possibile rimanere bloccati, per l’ennesima volta, nella metro A della capitale per 45 minuti, in attesa che un operatore arrivi dal capolinea ad attivare l’ascensore. Questo è ciò che Maria si è sentita dire dall’operatore: “E’ una prassi, turno scoperto, ascensore fermo”. Esasperata ha chiamato i Carabinieri e dopo 45 lunghi minuti è arrivato l’operatore.

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Che vittoria! Disabili contro Atac e Comune di Roma 1-0. Il primo gol di una lunga serie

In questo periodo fitto di calcio per i Mondiali mi piace restare in tema così voglio mettere tutti a conoscenza del fatto che i disabili  giocano almeno una partita al giorno, in un campionato lungo e faticoso che purtroppo pochi faticano a seguire.

Spero che abbiate seguito almeno in tanti, se non tutti, la vicenda di quel ragazzo disabile rimasto bloccato a Roma, alla fermata della metro A a Cinecittà a causa del mancato funzionamento degli ascensori e l’assenza di personale per azionare il montascale; la madre ne ha denunciato l’accaduto grazie al sostegno dell’associazione Luca Coscioni. Lo spiacevole accaduto è di gennaio 2013 (bis ad aprile), quando P.M. appassionato di cinema e teatro ha deciso, con i parenti, di andare a visitare Cinecittà.

Ovviamente prima di partire c’è stato il programma di rito per i disabili, verificare attraverso il sito di Atac se il viaggetto di attraversamento Roma fosse possibile con la propria libertà di agire, in vera e piena autonomia. Sembrava tutto ok; quindi si parte! Una volta a destinazione però gli ascensori della stazione erano chiusi, nessun addetto sul posto per attivare i montascale. La polizia non arriva e l’attesa diventa di una bella ora. Soluzione? Telefonare al padre che si è presentato alla fermata e ha provveduto fisicamente, con le proprie forze, a portare il figlio finalmente in superficie.

Starete già dicendo che è l’ennesimo caso che si ripete, tutti uguali, solite lesioni di valori personali rilevanti in presenza di discriminazione, inclusione sociale negata, mancata eguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge e mancato diritto alla mobilità. Solito identico menefreghismo, ma questa volta questo specifico caso ha una marcia in più: ha creato un precedente che d’ora in poi sarà difficile ignorare. L’Atac e il Campidoglio sono stati CONDANNATI. Continua a leggere

Si può avere paura di un bimbo Down? Danilo cacciato dal centro estivo.

down pericoloso“Si è trattato di un equivoco. Non volevamo attuare nessuna discriminazione, ma semplicemente non siamo attrezzati per situazioni del genere, che richiedono personale qualificato”. Questa è la risposta del responsabile del centro estivo Ottavia, Ivano M., un professore di educazione fisica delle medie con trent’anni di insegnamento sulle spalle. Queste le dichiarazioni riportate da Il Mattino.

Tutti gli anni, a giugno, terminate le scuole inizia la fase dei centri estivi per molti bambini, ma la verità è: non per tutti. Siamo alle solite; sono molto stanca che le nostre Istituzioni permettano e favoriscano il continuo ripetersi di discrimazioni a causa della totale incompetenza nel fornire il personale che infatti risulta inadeguato e insufficiente.

Aprite bene quelle orecchie: i bambini speciali ci sono e basta, vivono in questa comunità e quindi devono potersi inserire, unire e aggregare con i propri coetanei. Sono stanca di sentire dire che si trovano in una lista dove vanno spuntati ed eliminati; la cosiddetta lista nera. Mi sono stufata! Chi deve prendere in pugno la situazione? Assessore, sindaco o chi? Caro Comune di Roma:”Metti a disposizione il personale necessario, sapendo e prevedendo che potrebbero esserci bimbi davvero speciali o i centri li chiudi; se non sono “in” per i disabili automaticamente non lo sono neanche per i cosiddetti bambini comuni”. Volete davvero fare finta, ancora, che la disabilità non ci sia tra i bambini della società in cui viviamo? E poi credete davvero che questi bambini possono e devono stare solo a casa propria?

E’ il momento di parlarvi di questo bambino, Danilo di soli nove anni ma che a quanto pare è tanto temuto dagli “esseri umani”. Continua a leggere

Caro Ministro Cancellieri:”Esiste il diritto di vessare un disabile cognitivo, che non riesce a testimoniare?”

Si può tentare un appello al Ministro Cancellieri; purtroppo so che farei prima con una telefonata ma sono sprovvista di numero personale. Forza Ministro ha la occasione di riscattarsi e aiutare un ragazzo, che ha davvero bisogno che una persona in alto e influente come Lei ponga in essere un Suo intervento. Dovrebbe solo leggere la storia di Manuel e la disperazione della sua mamma. Si renderà subito conto da sola che occorre fare in modo che anche Manuel veda i Suoi diritti tutelati e voglio sperare che questo non sia impossibile, anche per una alta carica come la Sua. La aspettiamo almeno per fare chiarezza. Scusi se la ho disturbata; mi sembrava davvero importante!

Ma dove siamo arrivati? Mi sembrava di avere capito che le persone più deboli avessero diritto ad una maggiore tutela, con una attenzione più particolareggiata e curata. Non pensavo assolutamente di non avere compreso nulla.

Il caso in questione oltre ad essere pubblicato sul Messaggero ha fatto il giro dei Tg; posso dire per fortuna, visto che questo ha permesso di portare a galla una violenza, che altrimenti sarebbe rimasta chiusa nei cuori delle persone che l’hanno subita.

Manuel, 19 anni, frequenta come tanti Suoi coetanei una scuola superiore di Vigna Murata, Roma; proprio all’interno dell’Istituto subisce già dal Suo primo anno vessazioni continue, forse solo perchè non in grado di difendersi. Infatti Manuel è affetto da disturbo cognitivo e credo, data la cattiveria e crudeltà riversata su di Lui, che questo aspetto ai suoi compagni non vada a genio. Continua a leggere

Andrea, malato di Sla, non ha potuto aspettare la burocrazia italiana

Anche io ci tengo molto a salutare Andrea, un amico di tutti, malato di Sla a cui la maledetta burocrazia di questo paese gli ha negato la possibilità di comunicare con il mondo.

Non possiamo non parlare di Lui, anche il Tg5 lo ha fatto; questa società difficile e crudele glielo deve. E’ come se fosse morto due volte: per una malattia, la Sla, che non perdona e per colpa di un diritto negato.

Ha raccontarci di Lui c’è il Suo papà Leandro; un papà fiero e orgoglioso fino in fondo, fino a quell’ultimo respiro, così doloroso da vedere con i propri occhi. Andrea lo ricorda come davvero era; un ragazzone di 41 anni, di Ardea, Pomezia, Roma, che amava la vita, la famiglia, il suo lavoro, a cui ha dovuto rinunciare e i tanti affetti di cui non si sarebbe mai privato.

Tre anni fa però la vita lo ha messo davvero a dura prova, con una malattia, la Sla, che non lascia tregua e che porta a non essere più padroni del proprio corpo; fino a quando ha potuto ha chiesto a Suo padre di non arrendersi nè per Lui nè per tanti altri che condividono la vita con quel mostro di malattia. Se nessuno la mette in difficoltà la Sla ha vita facile e si fa sempre più forte. La malattia è già davvero impegnativa ma soffrire anche le pene dell’inferno non è concepibile. Continua a leggere

Un’asta fotografica benefica per aiutare i disabili dell’Emilia

Non so Voi, ma io ho ancora negli occhi ben impressa una fotografia, l’immagine di quella Emilia fatta di macerie, polvere, pianti, disperazione, paura e alla fine di tutto rabbia, quella è tanta perché col passare dei giorni quelle persone sono sempre più consapevoli che resteranno sole e lì arriva il difficile. I problemi più grossi arrivano dopo il frastuono, dopo il boato di quel maledetto terremoto, quando cala il sipario e i riflettori si spengono.

Ho una amica in quelle zone, Paola di Carpi, e posso assicurarVi che a distanza di qualche mese dell’evento nel rivederla mi ha davvero messo davanti alla realtà di quelle zone, con persone veramente disperate e in particolare quelle famiglie con componenti disabili. Sì perché  questa è la realtà: i disabili sono presenti anche in quelle zone. La mia amica ha un fratello disabile che per fortuna non è stato direttamente danneggiato dal sisma.

Per non dimenticare tutte queste persone voglio dare appuntamento a tutti per giovedì 21 febbraio a Roma per un importante incontro con la solidarietà (una asta fotografica) a favore delle famiglie emiliane con componenti disabili vittime del terremoto e del completamento della ricostruzione di un Centro di Terapia Integrata per l’Infanzia “La Lucciola”, organizzato dal Capitolo Italiano della Royal Photographic Society (CIRPS – www.rps-italy.org) e da Officine International. Continua a leggere