Ennesimo campanello d’allarme: autunno caldo per i tanti disabili!

Chi non conosce da vicino i numerosi e giganteschi problemi dei disabili, può solo restare impressionato nel sentire che siamo sempre sulla bocca dei nostri politici. Tranquilli, non dovete assolutamente invidiarci, non ve lo consiglio, perché sono solo manovrine per isolarci sempre di più.

Cara Politica, quella cattiva, perché spero ancora di poter fare delle distinzioni: siete sanguisughe, vi strapagate di privilegi, strafogandovi di soldi, favori, agevolazioni e noi non possiamo chiedervi il conto. Siete andati tanto, troppo oltre ma il controllo della situazione vi è sfuggito di mano e adesso non sapete più come e cosa fare e poi avete capito che è 100, 1000, 10.000 volte meglio così.

Ma che cavolo! Questo campanello non smette mai di suonare, vi assicuro che sta diventando assillante! Noi disabili siamo nei pensieri dei nostri politici, tanto da fare quasi schifo. Vi prego ignorateci se questo significa lasciarci vivere dignitosamente. Vi da troppo fastidio che continuiamo a chiedere e date fuori di matto, come fossimo tante piccole zanzare. Non è giusto che solo voi abbiate il diritto di infastidirci. Maledizione, la dovete capire: siamo persone e non bestie. Non ce la fate ad essere umani? No, l’avete dimostrato troppo volte. La vostra intenzione quale è? Ridurre e peggiorare i servizi per farci morire? Se non siete consapevoli che state facendo questo, ve lo dico io. Certo una volta morti, sai che bella scrematura! Avrete già calcolato quanti bei soldoni resteranno tutti per voi.

Non cè più un periodo dell’anno in cui dobbiamo stare sull’attenti; è sempre!!! Promettete! Promettete al nostro Paese!  Tutto per avere quei maledetti voti che vi danno la poltrona ben salda. Per promettere cose assurde fate cose ancora più ridicole! Continua a leggere

Se la vacanza è andata male è colpa dei disabili! Scatta un nuovo divieto vacanziero!

VIETATO AI DISABILI: aggiungete voi a fare cosa, tanto c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Lo sapevo che in questo periodo dell’anno sarei arrivata a toccare questo argomento spinoso.

Le vacanze non sono per tutti, purtroppo! Starete cercando di abbinare tutti i possibili motivi a questa mia frase e vi do ragione se per primi pensate a quello economico. Eppure ce n’è uno molto offensivo e va al di là della situazione patrimoniale delle persone.

DIVIETO IMPRESCINDIBILE! SEI DISABILE E DOVE CI SIAMO NOI NON TI VOGLIAMO!

Solitamente tutte le volte che ho parlato con voi di questo argomento, l’ho fatto puntando il dito contro le barriere architettoniche di spiagge, alberghi e locali che vietano a noi disabili l’accesso. E anche questo anno mi duole dirvi che ancora le problematiche sono notevoli.

Questa volta però devo prendermela con gli esseri umani. Dovete sapere che qualcuno è convinto che la nostra presenza negli alberghi, in particolare a tavola, quindi nelle parti comuni, PUO’ ROVINARE LA LORO IDEA, PERMETTETEMI MALSANA E MALATA, DI VACANZA; neanche se dovessero accudirci loro. Se il problema è l’obbligo di guardarci, basta semplicemente volgere lo sguardo da una altra parte.  Continua a leggere

La colpa di essere anziani ripagata con una notevole dose di violenza fisica e verbale.

Anziani picchiati,denigrati, umiliati e derubati nel loro intimo dagli operatori Asl di una residenza che avrebbe dovuto accudirli.

Per l’ennesima volta siamo tutti sconcertati, ma assolutamente non sorpresi. Triste a dirlo ma sembra che a questi atteggiamenti ci hanno proprio abituato e il problema più grosso è che ogni volta non è mai il momento buono per porvi rimedio! Si vuole forse aspettare che anche solo un anziano, con il suo fragile corpo, muoia sotto le torture inflitte dagli operatori?

La casa di riposo, dopo l’intervento del giudice, è stata ridotta negli organici ed è stata intanto affidata a dieci infermieri trasferiti dall’ospedale Santo Stefano e a venti operatori (estranei all’indagine) della Astir, lo stesso consorzio presso il quale lavorano le persone colpite dall’ordinanza cautelare. Inoltre prenderanno servizio nella struttura trenta addetti della Federazione Regionale delle Misericordie.

E qualcuno ci dirà che fine faranno gli autori di queste brutali violenze? Ecco il vero problema; dove finiranno? Abbiamo il diritto di sapere quale sarà la loro occupazione futura dopo aver pagato come si deve per ciò che hanno fatto. Questi operatori, da subito, non dovrebbero più essere definiti tali e soprattutto esclusi da sistema di assistenza alle persone; forse un lavoro non prettamente legato alle persone sarebbe l’ideale.

Quotidiani locali (Prato) e nazionali hanno scritto di quanto accaduto. Tutti concordi con il desiderio che venga fatta chiarezza, ma soprattutto giustizia. Il coinvolgimento è notevole; un comitato di cittadini di Narnali con alcuni componenti dell’Associazione culturale Narnali hanno pensato di organizzare una fiaccolata per giovedì16 luglio (se arriverà il nullaosta della Questura) alle ore 21 con partenza dalla Misericordia e arrivo alla Rsa per esprimere solidarietà alle vittime di questi soprusi e ai loro familiari e per chiedere pene esemplari per i responsabili. Inoltre è partita una raccolta firme sul portale Change.org per chiedere il licenziamento dei nove dipendenti di Asl e Astir indagati per aver maltrattato gli anziani nella casa di riposo ed a oggi sospesi dal lavoro. Complessivamente gli indagati sono 17. La petizione è indirizzata alla direttrice sanitaria Simona Carli ed è stata promossa da un pratese. Gli ultimi aggiornamenti in merito sono che Astir è pronta dopo la sospensione a licenziare i 7 operatori, ma le sigle sindacali pongono delle perplessità in merito; agli altri 7 operatori indagati e non sospesi sono state assegnate le ferie.

Questa enorme presa di posizione delle persone dovrebbe fare riflettere. La cosa importante è che non ci facciano assistere al solito rimpallo di responsabilità dati i più organi coinvolti. La colpa è per forza di cosa di qualcuno, quindi spero che la magistratura provveda ad una corretta imputazione di colpa, nelle giusta e corretta misura Continua a leggere

Difficile accettarsi quando la disabilità bussa alla tua porta nel pieno della vita.

Ho letto un interessante articolo di Simone Fanti, che trovate sul blog “Invisibili” del Corriere della Sera.

Mi ha colpito particolarmente l’argomento. Riporta il pensiero di Anna Gioria in merito alla difficoltà di accettare la disabilità; nello specifico quella che ad un certo punto della nostra vita ci investe come un treno ad alta velocità. E devo dire che i nostri pensieri sono identici.

Lei ha espresso un pensiero visto dalla parte di chi è invalido dalla nascita e indubbiamente ha percorso una strada in salita ,per essere arrivata ai risultati di oggi. Io invece mi approccio all’argomento da disabile dal 2007, da 8 anni, quindi da adulta e nel fiore degli anni migliori, i più belli.

Quanto riflettere da quando ho cominciato la mia nuova vita da disabile. Sì, perché è di questo che si tratta: una vita tutta nuova che devi costruire intorno alla malattia. So benissimo che ognuno, disabili e non, la vita se la devono realizzare e che il tutto è sempre molto diversificato per svariati motivi. Purtroppo per i disabili c’è una variante che può dare davvero dei problemi seri: la salute con qualche “antipatico difetto permanente”.

Simpaticamente suddivido la mia categoria in disabili da prima e disabili dopo: in entrambi i casi è molto difficile e con tutte le differenze che possiamo avere sicuramente il punto in comune più fastidioso è che siamo inesistenti per lo Stato italiano. A entrambi vengono negati diritti che sulla carta sono molto datati!

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Controsenso all’italiana: le pedane per i disabili sono una tassa per occupazione del suolo pubblico

Sembra una barzelletta! Le pedane utilizzate per abbattere le barriere architettoniche rappresentano l’occupazione di suolo pubblico come qualsiasi altro oggetto: tavolini da bar, dispenser, vasi con i fiori e tanto altro.

E’ facilissimo intuire dove io vedo il ridicolo della questione. La maggior parte degli esercizi commerciali nelle città non sono accessibili ai disabili in carrozzina; l’esercente dovrebbe rivalersi sul proprietario dei locali e le cose si complicano, perché nessuno pensa anzi, vuole fare dei lavori definitivi che eliminerebbero per sempre il problema, l’ostacolo. Di mettere le pedane non se ne parla, perché soggette a tassa, Tosap e pagarla non si vuole e posizionarle senza versare significa verbale dei vigili,  e acquistarle nemmeno, perché la maggior parte non le ritiene un costo imputabile a loro. I comuni a quanto pare non hanno neanche i soldi per piangere, quindi…non contribuiscono! Il motto è:“Dei disabili chi se ne frega!!!”

I disabili come me sono clienti in meno, su cui non fa conto nessuno; i nostri soldi devono fare proprio schifo. Su questo argomento mi si coglie proprio sul vivo. Ho il dente ultra avvelenato proprio con il Sindaco della mia città. Sono già passati cinque anni di legislatura e nulla abbiamo ottenuto e per i prossimi cinque, appena rieletto, sarà davvero una impresa titanica; la realtà mi dice che i miei solleciti affonderanno, anzi naufragheranno.

La cosa più assurda è che se siamo arrivati a questo punto, cioè con un problema la cui risoluzione non interessa a nessuno, è sempre colpa delle Istituzioni che non riescono a fare rispettare nulla; tante regole che nessuno segue e restano sulla carta a fare da decorazione. Io più volte ho voluto ragionare andando a monte del problema. Domandina:”Ma non ci sono gli uffici competenti a dover dare l’ok, l’agibilità, all’apertura dei negozi di nuova costruzione o da ristrutturare?” Mi piacerebbe conoscere chi autorizza chiudendo entrambi gli occhi. E’ ridicolo, perché ha tutto il sapore di una bella presa in giro.

Tipico controsenso all’italiana: si tassa chi cerca di fare dell’autonomia dei disabili un diritto fisso. Quando si tratta di tasse le autorità competenti ci si mettono di impegno per farle rispettare, quando invece si parla di leggi a tutela dei diritti non interessa a nessuno. Lo Stato oltre a non fare e aver fatto nulla pensa a lucrarci un po’ su; è l’abitudine. Continua a leggere

Bimbi disabili in trasferta per vedere la Nazionale di calcio. Sport e regolamenti cavillosi!

stadioNicola e Pietro, 10 anni, gemelli, Alfredo, 7 anni, sono solo bambini, che adorano il calcio e come tanti hanno espresso il desiderio di andare alla stadio a vedere, una partita. Hanno scelto Italia-Inghilterra a Torino. I genitori hanno subito acconsentito non pensando assolutamente che siccome il figlio Nicola è in carrozzina dalla nascita e Pietro deambula a fatica, la realizzazione di questo sogno avrebbero dovuto sudarsela.

La partita che questi fratelli hanno dovuto giocare è stata ben più complessa e tortuosa di un qualsiasi match; anche perché è sotto agli occhi di tutti che non viene mai giocata ad armi pari.

I genitori hanno raccontato la loro avventura/disavventura al giornale “Il Tirreno” edizione Livorno e questo mi permette di farla conoscere a tutti voi.

E’ papà Claudio a raccontare che tutta la famiglia, a marzo, ha deciso di andare qualche giorno a Torino per l’inaugurazione del Museo Egizio; visita prenotata per il 2 aprile. Sono partiti prima per potere visitare anche la città e qui Pietro, che è un appassionato di calcio, annuncia ai genitori che in quei giorni allo Juventus Stadium si giocherà Italia-Inghilterra.

I genitori si danno subito da fare, perché da subito l’hanno vista come una bella idea assolutamente possibile. Per primo verifiche sul sito della Figc per trovare subito i biglietti; apprendono che per gli accrediti gratuiti ai disabili occorre essere allo stadio il giorno prima della partita. SEMBREREBBE NON ESSERCI ALCUN PROBLEMA.

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“La stanza del silenzio degli innocenti”. La punizione come unica soluzione!

disabilitàChe frase; racchiude proprio la tanta disperazione e frustrazione dei genitori di tanti alunni disabili. Quasi da non credere che mamme e papà arrivino a chiamare così il luogo da sempre definito della crescita dei propri figli: sto parlando della “Scuola”. 

Siate sinceri: leggendo questa definizione di stanza avreste facilmente intuito che rappresenta la scuola? Non credo; a me sinceramente da l’idea di un luogo proprio brutto, dove non rinchiuderei neanche il mio peggior nemico. Potremmo addirittura aggiungere questo nuovo significato nei dizionari; ovviamente la mia è una provocazione.

La punizione come unica soluzione; infatti io la definirei la stanza della soluzione. Sì, perché indipendentemente dal nome della malattia, è comunque l’unica soluzione trovata dalle scuole, per il quieto vivere, per la tutela degli altri bambini “normali”, per non intaccare la reputazione dell’istituto… Attenzione, mi trovate d’accordo quando si dice che all’interno della scuola i bambini devono essere tutelati, quindi non alimentare atteggiamenti che possono mettere in pericolo i più piccoli, infatti i genitori stessi ci contano e anche io lo ritengo indispensabile. Come si dice: “Vi affido mio figlio e so che posso stare tranquilla”. Tutto ciò però non può avvenire a discapito di altri, altrimenti così facendo si commette lo stesso errore: quello in cui qualcuno si ritrova a non essere correttamente al sicuro.

Quello di cui parlo non è aria fritta e ci sono mamme e papà pronti a far sentire la loro voce. Storie di inserimento scolastico difficile a cui L’Agenzia del Redattore Sociale, La Repubblica, Il Messaggero,… e il nostro Senato della Repubblica hanno dato voce. Continua a leggere

Nuovo ISEE da rifare! Il Governo incassa una bella bocciatura dal Tar del Lazio

Ogni tanto la giustizia c’è. Il Tar del Lazio pronunciandosi contro il nuovo ISEE, in vigore da gennaio, ha dimostrato che tutti quei famigliari e disabili che hanno presentato ricorso non sono dei pazzi visionari.

Cari Governanti, ci avete provato; ancora una volta volevate calpestarci, ma per stavolta vi è andata male. Non dovete prendervela, generalmente ogni cosa viene fatta a vostro favore; per una volta abbiate la giusta dignità di incassare senza polemiche. Non starete mica pensando, cosa che fate poco e male, di fare ricorso al Consiglio di Stato, vero? Non vi conviene ricoprirvi ulteriormente di ridicolo; questo è un consiglio, quindi riflettete”.

Ecco come si è espresso il Tar:”Pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento percepite in ragione di una disabilità accertata non costituiscono “reddito”, ma “compensazioni” di condizioni di svantaggio, anche economico”.

La sentenza è chiara. Secondo i giudici:”non è dato comprendere per quale ragione, nella nozione di reddito, che dovrebbe riferirsi a incrementi di ricchezza idonei alla partecipazione alla componente fiscale di ogni ordinamento, sono stati compresi anche gli emolumenti riconosciuti a titolo meramente compensativo e/o risarcitorio a favore delle situazioni di “disabilità”, quali le indennità di accompagnamento, le pensioni Inps alle persone che versano in stato di disabilità e bisogno economico, gli indennizzi da danno biologico invalidante, di carattere risarcitorio, gli assegni mensili da indennizzo (come da leggi n. 210/92 e 229/05). Tali somme, e tutte le altre che possono identificarsi a tale titolo, non possono costituire “reddito” in senso lato né possono essere comprensive della nozione di “reddito disponibile” di cui all’art. 5 del Decreto Legge n. 201/2011, che proprio ai fini di revisione dell’Isee e della tutela della disabilità, è stato adottato”.

Deve esserci un punto fermo, oltre alla malattia, nella vita di un malato e dei suoi cari; non trovate?

Sono quindi state accolte due richieste davvero fondamentali per la tutela della disabilità e dei suoi diritti. Sono i ricorsi presentati da diverse associazioni: dall’Utim (Unione per la tutela delle persone con disabilità intellettiva) di Torino al raggruppamento nazionale Coordinamento disabili Isee No Grazie. Perché si è arrivati al tribunale? Di sicuro non per divertimento, perché in verità è stato l’ennesimo stress emotivo per famiglie e malati, ma semplicemente perché con il dialogo (vedi gli esempi del passato) non si arriva da nessuna parte. Qualcuno deve impugnare con forza la situazione e loro lo hanno fatto x tutti noi.

La prima è quella che annulla la parte dell’articolo che inseriva tra i redditi anche le indennità a sostegno della disabilità; la seconda è quella che cancella la discriminazione tra disabili minorenni e maggiorenni disegnata con franchigie differenti. In pratica, chi riceve indennità a causa di una disabilità grave sarebbe risultato in molti casi “ricco”, per cui avrebbe perso il diritto alle prestazioni necessarie.

Ma qualcuno del Governo ha riflettuto prima di promuovere, perché questo ha fatto da gennaio, una ulteriore discriminazione tra disabili minorenni e maggiorenni? E’ ridicolo! Sono sempre pronti a incentivare cattivi comportamenti oltre ad alimentarli già con la presenza di numerosi falsi invalidi.

Ho appreso della sentenza dal Corriere della Sera e poi dal Redattore Sociale ho letto la testimonianza di Chiara Bonanno e ho deciso di riportarvi il suo pensiero rivolto al nostro Governo:” Invece di insultarci considerandoci degli evasori, tra l’altro, le persone con disabilità gravissima che vivono in casa sono le più controllate, dovrebbero chiederci scusa“. E’ ancora lei ha dichiarare:“Il nuovo ISEE ci avrebbe considerati falsi invalidi”.

Sono fiera di questa frase, perché mi trova perfettamente concorde. E’ vero che i disabili sono molto tartassati e pressati dai controlli più disparati, sempre per colpa dell’esistenza dei “furbetti”; i tanti falsi invalidi creati ad arte, con lo stampino, dallo Stato con la certezza di una “devozione” permanente.

Ora la realtà dei fatti è questa. L’ISEE sbagliato è già entrato in essere e questo è un grave problema: c’è già chi ne ha fatto uso per richiedere determinati interventi, quindi tutto calcolato sbagliato e ora? Chi darà la risposta giusta? Quello vecchio non c’è più e quello nuovo è carta straccia. Ora, chi in questo momento ha bisogno di accedere a un servizio che cosa deve fare? In base a quale Isee gli erogheranno il servizio? Non lo farete mica attendere fino ad una vostra ennesima decisione e successiva messa in essere, vero? Questo comporterebbe lungaggini burocratiche che non collimano con le urgenti e indispensabili esigenze dei disabili. E poi sinceramente l’errore è stato il vostro e noi non dobbiamo andarci di mezzo: erogate i servizi e accollatevi le spese a titolo di risarcimento per il disturbo arrecatoci.

Per esperienza so che lo Stato non starà zitto a guardare e subire, quindi orecchie aperte per quello che vorrà mettere in atto ora; c’è sempre un modo per creare danno e loro ne sono i maestri. Non mi interessa se sembra che pecco un po’ troppo di superbia, ma ecco un altro consiglio per chi siede su quelle belle e comode poltrone: invece di arrampicarvi sugli specchi, perché non cogliete l’occasione di ammettere che calpestate tutti e sempre, come zerbini inutili e vi mettete a rivedere per benino l’ISEE; sono sicura che si può fare di meglio, molto meglio, però fate attenzione perché, date le vostre abitudini, è più facile fare di peggio, quindi non dovete lasciarvi distrarre.

Noi, tenaci e costanti siamo sempre qui a supervisionare tutto, per evitare che arriviate all’irreparabile e prima o poi sarà così; ci sarà il punto di non ritorno, dove nessuno potrà mettere una pezza e invertire la rotta. Speriamo solo di arrivare sempre in tempo.

 

Caregiver: familiari invisibili e insignificanti per lo Stato

disabile_jpgLo Stato ha ormai capito da tempo che l’unico modo comodo e veloce per non occuparsi dei disabili è di IGNORARLI! Così ha esteso la tecnica anche nei confronti del Caregiver. I non addetti ai lavori si staranno chiedendo chi è questa figura misteriosa. Non vi preoccupate, siete scusati dato che concretizziamo che a non conoscerli è anche lo Stato. Vi assicuro che non è poi tanto misteriosa e quando vi dirò di chi si tratta si alzerà un coro:”Non avevo capito che erano loro”. E’ semplice sono i familiari di persone disabili che si occupano di loro, praticamente h24.

Voi direte che hanno scelto questo modo di agire e in parte è anche vero, ma la realtà è che non c’è mai stata, da sempre, la possibilità di scelta; sono persone che si trovano davanti ad una unica via, un vero e proprio senso unico: occuparsi del disabile che fa parte della propria vita. Il problema è che lo Stato oltre a tutelare poco e male il disabile non tutela e assiste neanche queste persone, ben disposte e ben consapevoli della scelta fatta. Credetemi non vogliono essere sostituiti per togliersi un peso, ma solo aiutati, compresi.

Sono come al solito molto schietta e quindi anche in questo caso non mi tiro indietro; troppo comodo lasciare i caregiver in questo limbo per “condizionare” le loro scelte verso una sola soluzione se non ce la fanno da soli: il ricovero in un Istituto al fine di alimentare un sistema che fa notevolmente gonfiare la casse dello Stato. Non doverebbero assolutamente permettersi di fare questo. Uno Stato con gli attributi giocherebbe a carte scoperte, tutte le opzioni sul tavolo, con le proprie specifiche e allora sì che si potrebbe affidare la scelta della gestione del disabile alla famiglia.

E’ “Il Fatto Quotidiano” ha ricordarci che il 27 gennaio era prevista la presentazione di una petizione con 32 mila firme al Parlamento europeo e soprattutto a portare la testimonianza di persone reali che si occupano dei propri cari senza sosta. Ma lor “Signori” sanno cosa sono 32 mila firme? Sono un mondo! Continua a leggere

Spiegatemi: dov’è la compassione nell’uccidere i disabili? Logica della qualità della vita! Ma quale?

koreaSi parla di logica della qualità della vita. Sarò stupida, ma non riesco proprio a trovare un “logica” in tutto ciò.

E’ la Corea del Nord a parlare così, è il regime comunista. E purtroppo anche in altri paesi esiste questo “tarlo della disabilità”. E’ che veniamo visti come tarli, quindi insetti da sterminare, perchè altrimenti in vita saremmo costretti a nutrirci di qualcosa, quindi togliendo ad altri ed è proprio ciò che in questi paesi non vogliono assolutamente fare. Perchè tutto questo? A quanto pare, la nostra colpa è la totale improduttività.

Frasi come “Non esistono persone con disabilità sotto il governo dei Kim”, la dinastia dei dittatori, “tutti sono uguali e vivono bene”. La diversità in un totalitarismo è una colpa ed è per questo che “i bambini disabili vengono sottratti alle madri e portati via, costretti a soffrire pene indescrivibili, quando non vengono uccisi”. Questo è il ritornello della propaganda del regime comunista.

Per loro trovarsi di fronte ogni giorno un disabile credo rappresenti un vero e proprio fallimento; la diversità non può esistere, perchè credo che sia sempre sottolineata come imperfezione. Mi ricorda davvero tanto il regime nazzista. Perchè nessuno combatte per tutto questo? E’ uno sterminio vero e proprio e allora qualcuno mi spieghi perchè i potenti del mondo, vedi l’occidente, non fanno nulla. Vale la regola che in ogni paese il governo è sostenuto dal popolo e se loro per primi non si ribellano, perchè intervenire a rompere le uova nel paniere? Insomma lasciamo il mondo come sta, prima che svegliamo qualcosa che è assopito e potrebbe portare ad una distruzione davvero più vasta?

“Tempi”ci fa conoscere la testimonianza, riportata dal Telegraph di Ji Seong-ho, 32 anni, scappato dal Paese dopo l’amputazione della gamba sinistra sopra il ginocchio e della mano sinistra al polso in seguito a un incidente. Ji racconta che cosa succede alle persone con disabilità in Corea del Nord e le sue parole combaciano con precedenti testimonianze di altri disertori:”Il regime vuole fare le cose legalmente. O li porta via dopo il parto oppure si offre di comprare i disabili ai genitori, affermando che si prenderanno cura di loro. Chi rifiuta, viene minacciato. Una volta acquistati, i bambini vengono uccisi o usati per esperimenti con armi chimiche. La stessa sorte tocca agli adulti”. Continua a leggere