Minorenni maltrattati in una casa famiglia “Lager”. E’ arrivata l’assoluzione. Al via il ricorso!

E’ uno schifo! L’epilogo di questa vicenda non è solo triste, ma è sconcertante. Partiamo da qualche considerazione e dall’esposizione dell’accaduto nel lontano 2012. Già qui avrei da dire, perché in merito ad una vicenda umana così seria bisognerebbe tenere come priorità la velocità di intervento, con processi molto rapidi.

Dagli anziani, dai disabili arriviamo anche ai minori maltrattati. Perché ne parlo? Perché anche loro sono esseri umani da tutelare e proteggere, perché privati delle condizioni di vita ottimali e consone, ma soprattutto meritevoli.

Bambini già pieni di ferite psicologiche che speravano nella quiete dopo tanta tempesta, ma in verità così non è stato. La disabilità psicologica provocata da tanti abusi mi ha fatto sentire in diritto di parlare di loro nella speranza di migliorare le loro vite. Speriamo nella giustizia, ma soprattutto che tutto ciò sia da monito per il futuro; non vorrei che altri bimbi subissero tutto questo.

Io lo leggo come un chiaro accanimento verso delle creature che sicuramente e non per colpa loro vivono una condizione problematica. Dovrebbero vivere spensierati, felici per la loro giovane età; giocare, essere amati ed educati.

Io ero rimasta che le case famiglia dovevano essere istituti protetti, dove accogliere i numerosi minori che arrivano da situazioni famigliari e di vita davvero difficili. Me lo sono detto da sola:“dovrebbero”; il luogo che dovrebbe assomigliare il più possibile ad una famiglia, nell’attesa che quella vera arrivi in fretta per godersi un po’ quella parte di vita dove sarebbero un tutt’uno con mamma e papà. Continua a leggere

Bimbi disabili in trasferta per vedere la Nazionale di calcio. Sport e regolamenti cavillosi!

stadioNicola e Pietro, 10 anni, gemelli, Alfredo, 7 anni, sono solo bambini, che adorano il calcio e come tanti hanno espresso il desiderio di andare alla stadio a vedere, una partita. Hanno scelto Italia-Inghilterra a Torino. I genitori hanno subito acconsentito non pensando assolutamente che siccome il figlio Nicola è in carrozzina dalla nascita e Pietro deambula a fatica, la realizzazione di questo sogno avrebbero dovuto sudarsela.

La partita che questi fratelli hanno dovuto giocare è stata ben più complessa e tortuosa di un qualsiasi match; anche perché è sotto agli occhi di tutti che non viene mai giocata ad armi pari.

I genitori hanno raccontato la loro avventura/disavventura al giornale “Il Tirreno” edizione Livorno e questo mi permette di farla conoscere a tutti voi.

E’ papà Claudio a raccontare che tutta la famiglia, a marzo, ha deciso di andare qualche giorno a Torino per l’inaugurazione del Museo Egizio; visita prenotata per il 2 aprile. Sono partiti prima per potere visitare anche la città e qui Pietro, che è un appassionato di calcio, annuncia ai genitori che in quei giorni allo Juventus Stadium si giocherà Italia-Inghilterra.

I genitori si danno subito da fare, perché da subito l’hanno vista come una bella idea assolutamente possibile. Per primo verifiche sul sito della Figc per trovare subito i biglietti; apprendono che per gli accrediti gratuiti ai disabili occorre essere allo stadio il giorno prima della partita. SEMBREREBBE NON ESSERCI ALCUN PROBLEMA.

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Bimbi con “vita a tempo” etichettati come “fuori posto”. Non tutelare la loro salute dovrebbe essere reato!

lena
Permettetemi una parentesi importante, che è giusto che io metta prima di iniziare questo articolo denuncia.

Complimenti ai medici del Cto di Torino, per aver salvato la vita ad un giovane paziente oncologico con una protesi in titanio; primo trapianto al mondo di bacino. Sono sicura che i cuori di tutto il paese sono orgogliosi e felici per questa vita salvata; purtroppo tra queste persone non possiamo dimenticarci di chi sta soffrendo per una sanità non giusta, che discrimina e nel peggiore dei casi “uccide”. Io credo che servirebbe bravura, intelligenza e dedizione per salvaguardare tutti i malati in maniera uniforme e non a macchia di leopardo. Attendiamo che la sanità diventi una “eccellenza per tutti”.

Credo che la cattiva o inesistente funzionalità della struttura ospedaliera sia direttamente collegata alla gestione e direzione della stessa. Gli ospedali sono diventati vere e proprie aziende, mettendo in un angolo quello che è il compito vero di una struttura sanitarie; salvare le vite e non fare utile a fine anno. La politica con le mani negli ospedali non porta nulla di buono, se non tanti soldi nelle tasche di qualcuno. E’ cambiato il fulcro a cui ruota tutto intorno.

Un altro aspetto da non sottovalutare è che il più delle volte, quando si sente parlare di errore medico, questo avviene sulla gestione di interventi di routine e invece sulla straordinarietà difficilmente si parla di negligenza. Insomma, sembra quasi che nella quotidianità assistere determinate patologie dei pazienti venga fatto ad occhi chiusi e questo, forse, porta a poca attenzione e precisione e a volte scatena l’errore, anche irreparabile. Invece, quando si presentano situazioni eccezionali, allora c’è la maggiore attenzione e scrupolosità da parte di chi deve intervenire. Forse sarebbe bene non fare questa distinzione e seguire un protocollo preciso e dettagliato indistintamente per tutti i pazienti. Mi chiedo:“Siamo arrivati al punto di sperare di dovere essere colpiti dalla straordinarietà e quindi da una tale gravità patologica che comporta di essere assistiti con eccellenza?”.

Approfitto della appena trascorsa, il 28 febbraio, giornata mondiale delle malattie rare, per supportare chi vive una situazione sanitaria scandalosa, con l’aggravante che si tratta di bambini. Continua a leggere

“La stanza del silenzio degli innocenti”. La punizione come unica soluzione!

disabilitàChe frase; racchiude proprio la tanta disperazione e frustrazione dei genitori di tanti alunni disabili. Quasi da non credere che mamme e papà arrivino a chiamare così il luogo da sempre definito della crescita dei propri figli: sto parlando della “Scuola”. 

Siate sinceri: leggendo questa definizione di stanza avreste facilmente intuito che rappresenta la scuola? Non credo; a me sinceramente da l’idea di un luogo proprio brutto, dove non rinchiuderei neanche il mio peggior nemico. Potremmo addirittura aggiungere questo nuovo significato nei dizionari; ovviamente la mia è una provocazione.

La punizione come unica soluzione; infatti io la definirei la stanza della soluzione. Sì, perché indipendentemente dal nome della malattia, è comunque l’unica soluzione trovata dalle scuole, per il quieto vivere, per la tutela degli altri bambini “normali”, per non intaccare la reputazione dell’istituto… Attenzione, mi trovate d’accordo quando si dice che all’interno della scuola i bambini devono essere tutelati, quindi non alimentare atteggiamenti che possono mettere in pericolo i più piccoli, infatti i genitori stessi ci contano e anche io lo ritengo indispensabile. Come si dice: “Vi affido mio figlio e so che posso stare tranquilla”. Tutto ciò però non può avvenire a discapito di altri, altrimenti così facendo si commette lo stesso errore: quello in cui qualcuno si ritrova a non essere correttamente al sicuro.

Quello di cui parlo non è aria fritta e ci sono mamme e papà pronti a far sentire la loro voce. Storie di inserimento scolastico difficile a cui L’Agenzia del Redattore Sociale, La Repubblica, Il Messaggero,… e il nostro Senato della Repubblica hanno dato voce. Continua a leggere

Spiegatemi: dov’è la compassione nell’uccidere i disabili? Logica della qualità della vita! Ma quale?

koreaSi parla di logica della qualità della vita. Sarò stupida, ma non riesco proprio a trovare un “logica” in tutto ciò.

E’ la Corea del Nord a parlare così, è il regime comunista. E purtroppo anche in altri paesi esiste questo “tarlo della disabilità”. E’ che veniamo visti come tarli, quindi insetti da sterminare, perchè altrimenti in vita saremmo costretti a nutrirci di qualcosa, quindi togliendo ad altri ed è proprio ciò che in questi paesi non vogliono assolutamente fare. Perchè tutto questo? A quanto pare, la nostra colpa è la totale improduttività.

Frasi come “Non esistono persone con disabilità sotto il governo dei Kim”, la dinastia dei dittatori, “tutti sono uguali e vivono bene”. La diversità in un totalitarismo è una colpa ed è per questo che “i bambini disabili vengono sottratti alle madri e portati via, costretti a soffrire pene indescrivibili, quando non vengono uccisi”. Questo è il ritornello della propaganda del regime comunista.

Per loro trovarsi di fronte ogni giorno un disabile credo rappresenti un vero e proprio fallimento; la diversità non può esistere, perchè credo che sia sempre sottolineata come imperfezione. Mi ricorda davvero tanto il regime nazzista. Perchè nessuno combatte per tutto questo? E’ uno sterminio vero e proprio e allora qualcuno mi spieghi perchè i potenti del mondo, vedi l’occidente, non fanno nulla. Vale la regola che in ogni paese il governo è sostenuto dal popolo e se loro per primi non si ribellano, perchè intervenire a rompere le uova nel paniere? Insomma lasciamo il mondo come sta, prima che svegliamo qualcosa che è assopito e potrebbe portare ad una distruzione davvero più vasta?

“Tempi”ci fa conoscere la testimonianza, riportata dal Telegraph di Ji Seong-ho, 32 anni, scappato dal Paese dopo l’amputazione della gamba sinistra sopra il ginocchio e della mano sinistra al polso in seguito a un incidente. Ji racconta che cosa succede alle persone con disabilità in Corea del Nord e le sue parole combaciano con precedenti testimonianze di altri disertori:”Il regime vuole fare le cose legalmente. O li porta via dopo il parto oppure si offre di comprare i disabili ai genitori, affermando che si prenderanno cura di loro. Chi rifiuta, viene minacciato. Una volta acquistati, i bambini vengono uccisi o usati per esperimenti con armi chimiche. La stessa sorte tocca agli adulti”. Continua a leggere

“L’apprendista Babbo Natale”. Una fiaba speciale per augurare “Buon Natale”.

La mia idea questo anno era di dedicare il Santo Natale ai bambini. La scelta è ricaduta su di loro perchè troppo spesso abusati, maltrattati e ignorati e credo, proprio perchè indifesi data la loro età, che abbiano bisogno di una stella speciale che da lassù vegli su di loro. In particolare penso ai bimbi meno fortunati e a tutti coloro che sono già diventati dei “piccoli grandi angeli”. Non mi piace fare una distinzione tra bambini disabili e non, perchè credo con fermezza che debbano avere, e purtroppo ancora c’è qualche problema, gli stessi diritti. Se ci soffermiamo a leggere la nostra Costituzione possiamo capire subito che si riferisce a tutti e non fa distinzioni creando classi e sottoclassi. Certo, la concretezza la vedo anche io, tanto da capire che all’interno della sfera infantile ci sono tante realtà.

Facciamo che oggi invito tutti i genitori a dedicare, con i propri bimbi, un pensiero ai piccoli meno fortunati. Purtroppo la situazione attuale è pesante e forse uno a Natale vorrebbe solo gioire e non ricevere un sermone da me come da chiunque altro. Eppure è proprio il Natale che potrebbe insegnare molto, dando il via ad un grande cambiamento. Non pensiate che per una buona azione sia necessario andare lontano, nei cosiddetti paesi dimenticati, perchè anche qui abbiamo tante tristi e difficili realtà.

Poi sono stata incuriosita da una mail che non poteva essere più azzeccata; eccone il contenuto: “È uscito il 25 novembre in e-book L’apprendista Babbo Natale, favola di Natale che ci regala Bonifacio Vincenzi con le illustrazioni di Germana Di Rago”. Mi sono subito detta che era esattamente ciò che ci voleva per accompagnare il mio pensiero di Natale.

L’autore mi ha consegnato la trama per permettermi di farvela conoscere e incuriosirvi.L'apprendista Babbo Natale Continua a leggere

Giornata disabilità: io festeggio con le malattie rare per i tanti diritti ancora negati!

Buongiorno a tutti, io forse vado un po’ contro corrente però credo che, in questa giornata, più che sorridere per il fatto che è stata istituita dovremmo abbastanza disperarci e ora vi illustro il perchè. Non è sufficiente avere una giornata dedicata ai disabili se poi ci si ritrova ancora a leggere e ad ascoltare, dalle Istituzioni, le solite cose come: abbiamo raggiunto tanti traguardi, abbiamo fatto passi enormi, certo si potrebbe fare di più, ma non dobbiamo disdegnare e sminuire il lavoro svolto. A parte che “potrebbe” è il verbo sbagliato, ma a loro piace tanto; quello corretto è “dovrebbe” e poi il parlare al plurale, per prendersene il merito, mi fa imbestialire, perchè se abbiamo ottenuto qualcosa è esclusivamente grazie ai disabili che lottano ogni giorno, che fanno sentire la loro voce anche per chi non ce la fa, alle loro famiglie, ai volontari davvero amorevoli (ne conosco tanti) e soprattutto grazie a chi non ce l’ha fatta, alcuni molto giovani, e ci ha già lasciato e fidatevi sono un gran numero.

In questa giornata, per una volta, mi piacerebbe che si potessero allargare le braccia per un grande abbraccio simbolico in ricordo di tutti quei disabili che sono già in cielo e ci hanno passato il testimone per lottare ricordandoci che lo dobbiamo a loro, ma soprattutto alle generazioni future. Vi spiace se questa giornata la dedico a tutti quei disabili affetti da patologie rare che vivono, con le loro famiglie,  in un limbo, al buio e soli? Un gesto speciale soprattutto per tutti quei bambini, con quei grandi occhioni che chiedono solo di poter essere dei bambini. Forse la maggior parte delle persone non si rende conto che anche se così piccoli sono chiamati ad essere davvero “grandi” per affrontare la loro difficile esperienza di vita. Ed ora un appello alla ricerca:”Non dimenticate che sono davvero dei bambini, inconsapevoli dei tempi della ricerca, degli iter burocratci, delle case farmaceutiche, della spesa sanitaria, della sanità pubblica o privata; tutte cose da grandi e loro vogliono solo essere bambini. Continua a leggere

Autismo e vaccini: mamme e papà d’Italia che si prendono la rivincita!

Da sempre in Italia, genitori, mamme e papà vengono trattati quasi come pazzi visionari a denunciare che i figli nati sani sono diventati disabili per una strana correlazione tra vaccino e autismo. Non sono genitore, ma credo non sia semplice apprensione pensare che in un bambino così piccolo, tre, cinque e undici mesi, questo è il periodo nel quale occorre sottoporre i propri piccoli a vaccinazione, qualcosa sia andato storto. Finalmente, per la prima volta nel nostro Paese, questo modo di pensare si è davvero ribaltato.

Sentenza epocale che avrei preferito avesse una risonanza maggiore; è davvero importante per dare il giusto peso a chi dovrebbe avere le competenze per tutelare la nostra salute. La sentenza si è pronunciata così:”Nesso causale, tra l’iniezione del vaccino esavalente Infanrix Hexa Sk (prodotto dalla multinazionale Glaxo Smith Kline)  e l’autismo”. Si tratta del farmaco che le Asl italiane somministrano ai bimbi per l’adempimento dell’obbligo vaccinale. Sento già il brusio della gente:”Tutto qui?”. No, il Tribunale del lavoro di Milano, con un verdetto firmato dal Giudice Nicola di Leo, stabilisce un indennizzo non una-tantum, bensì un assegno bimestrale per tutta la vita. Riceverà quindi un importo che sarà calcolato a partire da una base di 1.683 euro, più un indennizzo una tantum.

Inizialmente si poteva parlare di ragionevole dubbio nelle persone coivolte, ma adesso, da oggi, grazie ad una reale sentenza, rappresenterà un precendente importante. Nella sentenza viene “acclarata la sussistenza del nesso causale tra tale vaccinazione e la malattia”.  E ancora dalla perizia del medico legale Alberto Tornatore, nominato dal Tribunale, risulta che è probabile, in misura certamente superiore al contrario che il disturbo autistico del piccolo sia stato causato, o almeno concausato, sulla base di un polimorfismo che lo ha reso suscettibile alla tossicità di uno o più ingredienti (o inquinanti) dal vaccino Infanrix Hexa Sk. Continua a leggere

Non chiamatele maestre! Non lo sono, non ne sono degne e non meritano quei bambini disabili

Il sostegno ai bambini disabili è un argomento che ho già trattato nei miei articoli; poi qualche giorno fa la notizia al telegiornale: false maestre a sostegno dei bambini disabili. Questa è la triste realtà dei fatti: persone che fanno un lavoro che a loro proprio non compete.

Il paese delle false maestre si chiama Lesina, in provincia di Foggia. Ci troviamo in un borgo di seimila abitanti in Puglia e da qui sono state scoperte almeno cento “fasulle” docenti di sostegno ai disabili. Insegnavano ai bambini portatori di handicap in tutta Italia: da Bologna a Firenze, da Treviso a Monza, Piacenza, Forlì, Macerata, Cesena, Pescara e Campobasso, pur senza averne titolo.

Sono anche consapevole che non si tratta solo di un malcostume del sud dell’Italia e lo dimostra il fatto che, dopo gli accertamenti delle autorità, in questo specifico caso le false maestre sono state ben spalmate su tutto il territorio nazionale. Forse dopo questo campanello d’allarme potremmo consigliare al Ministero controlli ferrati soprattutto in casa della politica e nessuna sorpresa o stupore nel trovare casi altrettanto scandalosi anche al nord.

Chi erano questi soggetti? False supplenti che fino al giorno prima lavoravano come bidelle, portalettere, cameriere, commesse, contadine, bariste, pizzaiole, guide turistiche e una di loro ha dichiarato senza esitazione che era stanca di fare quel lavoro, la pizzaiola e le altre invece erano semplicemente disoccupate; l’aspetto davvero grave è che erano tutte senza diploma. Continua a leggere

La grande incoerenza: la “sanità italiana” Poco conveniente schierarsi con il malato?

sanitàCara sanità è davvero convinta che per tutelare il malato sia sufficiente far vedere ai cittadini l’uso del pugno duro contro trattamenti che, in base al suo giudizio, non rientrano negli iter, negli standard sanitari classici? Le assicuro che non è così e per questo mi piacerebbe che modificasse le sue traballanti convinzioni.

Adesso è il momento del tanto discusso “metodo Stamina” che è solo successivo ad altri esempi, con altri nomi, già verificatisi in passato e che potranno presentarsi in futuro. La differenza sostanziale è che ora, rispetto al passato, c’è la cosiddetta legge Balduzzi (cure compassionevoli) che dovrebbe giocare a favore dei malati. Ho usato volutamente il condizionale perché anche davanti a regolamentazioni assai evidenti il nostro governo, in questo caso la sanità, trova sempre il modo di svincolare.

Oramai è scontro tra Stato e Magistratura; i magistrati dovrebbero essere giusti ed equi davanti alla legge e penso che in virtù di questo alcuni di loro hanno dato parere favorevole a continuare la somministrazione di un trattamento a cui il malato, nello specifico bambini, si era già sottoposto senza riscontrare effetti collaterali. Il fatto che si ricorre alla legge è perché i genitori dei piccoli malati, senza alcuna alternativa per la vita, non hanno la minima intenzione di mollare per il diritto alla vita e per questo posso dire che li ammiro molto. Non hanno paura di combattere per i diritti di un figlio, un nipote, un bimbo che non ha speranza di vita a lungo termine e soprattutto perché davanti ai loro occhi hanno esistenza breve e in totale sofferenza.

Mi piace ricordare che è sempre lo Stato a dare il là e non capisco assolutamente l’accanimento, si perché di questo si tratta, nel puntare il dito solo contro “stamina”. Se c’è stato un errore ad autorizzare il tutto dal principio ora c’è ben poco da fare, non credete? O meglio credo che sia inutile punire i malati, già abbastanza penalizzati  e martoriati dalla vita. Perché la sanità pensa che questo è il “caso giusto” per far per far valere tutto il proprio potere, in merito alla tutela? Continua a leggere