“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”.
Albert Einstein
Chi mi legge da tempo sa come la penso, ma per chi fosse incuriosito solo oggi dal mio blog la prima cosa che voglio dirvi, con tutta onestà, è che generalmente non mi piace molto commemorare questa giornata:“3 dicembre, giornata della disabilità”.
Però è anche vero che amo i gesti “diversi”, la creatività e soprattutto l’osare per emergere da qualcosa che sembra proprio senza via di uscita e che è sempre più stantio e senza stimoli.
Ho deciso di dedicare questa giornata alla “Buona Scuola”; quella tanto annunciata, che sta sulla bocca di tutti, soprattutto dei nostri governanti, e che ci viene fatta attendere e sospirare. Infatti ci sono episodi che la smentiscono tutti i giorni e testimoniano una realtà ben diversa.
L’eccezione per fortuna c’è sempre, non può mancare e qualcuno è già sulla buona strada, tanto che ha pensato di non stare ad aspettare il lavoro dello Stato (hai voglia ad attendere), ma di darsi davvero da fare, mettendosi in gioco con il massimo impegno.
Si tratta di una scuola del nostro paese, quindi qualcosa di concreto e vicino a noi, in particolare a me, perché fa parte della realtà locale in cui vivo. Credo che sia arrivato il momento che si confrontino con tutto lo stivale e le persone che lo compongono. Tutto questo potrebbe creare una vera sinergia tra le tante realtà che hanno sicuramente molto su e con cui confrontarsi.
Non è la prima volta che loro meritano di arrivare in questo blog su Tgcom24, infatti vi ho già parlato di loro. Giulia Cotta Ramusino ha deciso di condividere con me il presente e il futuro di tanto lavoro della scuola AST Formazione di Vigevano (PV) e io, scusate se mi permetto, ma non posso fare altro che farla entrare un po’ nelle vostre vite.
“C’era una volta, una piccola scuola, che tanto piccola adesso non è più…C’erano un gruppo di giovani insegnanti, con tanta voglia di fare il loro lavoro e che, negli anni, sono cresciuti ed aumentati di numero, insieme ai loro ragazzi. Ci sono un gruppo di persone di varia estrazione e con professionalità differenti che, nel tempo si sono aggiunte a queste persone, e hanno creduto in loro.
All’interno di questa scuola c’era, e c’è, un progetto importante, e che va “in direzione ostinata e contraria” rispetto alle regole dell’istruzione tradizionale (ma con l’avallo e il finanziamento di Regione Lombardia): il progetto prevede classi formate interamente da ragazzi disabili. E lo prevede, non perché li si voglia ghettizzare, ma perché chi lavora in e per questa scuola crede fermamente che il significato della parola “disabile” non sia “inabile”, bensì “differentemente abile”, cioè con capacità diverse. E crede anche che sia più facile incrementare queste capacità se si sta in un gruppo “alla pari”, dove si è liberi di esprimere le proprie attitudini, senza il rischio di essere giudicati.
Da questa scuola, e da queste persone, nasce il progetto “Il pesce sull’albero”; al momento si tratta di un sogno: la volontà di creare una situazione lavorativa per i nostri ragazzi, al termine del loro percorso scolastico. Perché questo nome? Abbiamo cercato per settimane, il nome “giusto”, per quella che ci auguriamo possa diventare una nuova realtà del territorio. Volevamo un nome che fosse rappresentativo del nostro gruppo e del nostro modo di lavorare insieme. Un giorno, dopo vari tentativi, abbiamo scorto sul muro del nostro ufficio, un foglietto con una frase che avevamo utilizzato per “Pura Integrazione”, il primo progetto che ci ha visto lavorare insieme e scoprire le potenzialità artistiche insite in ognuno di noi; ci è sembrata perfetta!
Il nome riprende una famosa frase di Einstein nella quale è racchiuso il senso di ciò in cui crediamo, e cioè che trovando l’indirizzo giusto, che per noi è stato quello dell’arte, ognuno può dare il meglio di sé e fare cose bellissime. Ci tengo a ringraziare la bravissima Margherita Colacicco che ha disegnato il logo del Pesce sull’albero… Il contenuto è opera mia, perché con le parole me la cavo decisamente meglio, che con i lavori manuali. Il nostro intento é quello di promuovere le capacità lavorative ed artistiche dei nostri allievi con disabilità, organizzando una serie di eventi sul territorio che permettano loro di farsi conoscere ed avere un riscontro pratico delle loro capacità.
Giulia ci fa capire che nella vita, con molta naturalezza, ognuno di noi può trovare il suo posto in base alle proprie abilità; abili o disabili poco importa, basta solo scoprirle e condividerle con gli altri.
“Regaliamoci” è la prima, si spera, di una serie di iniziative volte proprio a rendere questo sogno un progetto, un esperimento, una realtà per il nostro territorio. Recandosi in diversi negozi sarà possibile acquistare manufatti artistici di varia tipologia (bijoux, quadri, borse dipinte a mano, addobi natalizi, profumabiancheria, ecc.) interamente prodotti dai nostri ragazzi Speciali, durante le ore di laboratorio. Il ricavato servirà ad acquistare materie prime per una nuova produzione ed altri eventi. Ci aspettiamo una folta partecipazione da parte della cittadinanza. E siamo molto emozionati nell’aver visto quanti commercianti, associazioni (collaborazione con Vigevano in Vetrina e il Gruppo Donne Impresa con i loro presidenti Luca Danesini e Loredana Coccino) e quanta gente comune abbiano appoggiato di buon grado questa iniziativa, dandoci tutto il sostegno. Un altro ringraziamento particolare e doveroso va ad Ale Puro, artista locale di “street art” che Lena vi ha già presentato in un’altra occasione; ci ha regalato il disegno per la locandina… Gli ho chiesto se ci poteva “natalizzare” il disegno dedica che ci ha fatto per il precedente progetto “Pura Integrazione”… E come al solito è venuto un capolavoro…
Questo ci sembra il modo migliore per festeggiare il 3 dicembre quest’anno… Per una volta parlando di ciò che è possibile fare e non di ciò che manca!
Spero di essere stata esaustiva… Un altro grazie va a Lena! Grazie per lo spazio che ci ha donato e per la lotta che porta avanti ogni giorno; come ho già avuto modo di dirle, è un esempio per tanti.” Giulia Cotta Ramusino
Sono io a ringraziare Giulia e tutta Ast Formazione, ed in particolare i corsi di “Operatore dell’artigianato artistico” e “Oltre … la scuola”. Lo meritano, per quello che fanno e soprattutto per averli conosciuti nel mio cammino nel mondo della disabilità. E’ bello sapere che ci sono persone che ti sosterranno sempre, in un percorso così difficile e molte volte oscuro.
In bocca al lupo, a “Il pesce sull’albero”; un gruppo formato da allievi Speciali e da alcuni loro docenti.
Buongiorno.
Carissima Lena, sai già come la penso a riguardo. Detesto in modo assoluto le giornate dedicate. Non fa eccezione la giornata dedicata al disabile. E’ il trionfo dell’ipocrisia, destinato a una categoria che andrebbe tutelata ogni singolo giorno. Fingere di essere vicini ai problemi di una persona meno fortunata, dedicando alla stessa un intera giornata è il segno tangibile, di un comportamento simile a quello di un certo Ponzio Pilato. Abbandonare a se stesso un disabile,privandolo della sua stessa dignità, per poi dedicarle una giornata è un comportamento ipocrita e menefreghista. Allo stesso tempo, esistono persone che giornalmente dedicano parte del loro tempo, al disabile. “Il pesce sull’albero” è la prova inequivocabile che esistono persone di buona volontà, lontane anni luce dall’ipocrisia. Gente che crede in quello che fa e desidera più di ogni altra cosa, farlo. Auguro a queste persone, che il loro progetto, possa essere realizzato, sperando ancora una volta, che le nostre istituzioni, non mettano i bastoni tra le ruote a una tale iniziativa. Mi scuserai se dico questo, ma siamo in Italia e tutto può succedere. Non dobbiamo meravigliarci di nulla. La cosa importante è credere in quello che stai facendo, anche a costo di correre qualche rischio. “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui”. Questa frase, non l’ho inventata io, ma è una frase molto importante e significativa. I sogni, usando la forza di volontà, spesso si avverano. “Il pesce sull’albero” sono certo che c’entrerà l’obbiettivo. Mi auguro che i media, le tv, ecc. diano il loro contributo, come spesso lo danno, per argomenti molto meno importanti. Chissà ! i ragazzi, sono il futuro di questo paese e purtroppo dovranno assumersi la responsabilità degli errori commessi, da una generazione che ha fallito, sotto tutti gli aspetti. Buon lavoro a tutti e in bocca al lupo. Siete grandi.
Cordialmente.
Ciao
Un mio amico, pure lui disabile, mi ha mandato questo link:
Disabile morto in casa tra disagio e solitudine
Non possiamo neppure scegliere se vivere in una casa propria, frutto magari di sacrifici di una vita solo perché non siamo assistiti, come lo saremmo in una struttura ‘omologata’… non è giusto, non pensi?
Ma non parlavano di integrazione, assistenza domiciliare, ecc. ecc.?
Inoltre, con la morte o la scomparsa dei care giver, l’età che avanza e l’aggravarsi ‘naturale’ delle patologie, siamo sicuri che basti un’ora sola come assistenza domiciliare?
… bene bravi, bis…
Ecco uno dei motivi per cui sostengo che bisogna intervenire sui valori interni, intimi, del nostro cuore… agendo secondo la Regola Aurea: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro” (Matteo 7:12)
Buongiorno.
@ Lena Sarcinella.
Cara Lena, mi scuso per il ritardo. Colgo l’occasione per augurare a te e a tutta la redazione, i migliori auguri di buonefeste e di un radioso 2016. L’anno che stà per finire, non è stato uno dei migliori (almeno per me) e la mia speranza è che il prossimo anno, sia per tutti noi un vero e proprio cambiamento. C’è ancora molto da fare per il mondo dei disabili e non solo. Mi auguro che le nostre istituzioni, capiscano che in questo modo, non si può andare avanti e riparino agli errori che giornalmente commettono. Grazie ancora per il tuo impegno che ti vede sempre in prima linea. Sei veramente una persona speciale. Grazie di esistere. Ancora tanti auguri e buon lavoro.
Cordialmente.
Buonasera.
Cara Lena, il 2016 non poteva incominciare, nel peggiore dei modi. Ti chiederai a cosa mi stia riferendo, ma conoscendo il tuo impegno verso il mondo dei disabili, credo che avrai capito di cosa voglia parlare. Nulla di più disgustoso, sta oltrepassando il limite del buon senso. Quel buon senso che ormai da tempo è scomparso dalle nostre istituzioni e nel modo più indegno, colpisce il mondo delle persone meno fortunate. La folle e insana decisione del sindaco Pisapia, fatta nei confronti dei milanesi, di beneficiare con un assegno mensile chi ospiterà nella propria abitazione, uno o più clandestini è il risultato di manipolazioni politiche e del totale menefreghismo, che la stessa giunta comunale ha nei nostri confronti. I soldi per aiutare il disabile che non riesce a vivere, non ci sono, ma come d’incanto, ci sono i fondi necessari per l’integrazione di personaggi che nemmeno conosciamo e che molto spesso, dichiarano apertamente di volere la nostra morte. Pura follia, o incoscienza ? nulla di tutto questo. Solo e semplicemente, voglia di protagonismo e ordini che giungono dai poteri forti della politica. Il colore di appartenenza,lo conosciamo tutti molto bene. Non solo, ci hanno portato via la dignità, ma ci vogliono annientare nel peggiore dei modi. Quello che più mi preoccupa, non è la decisione presa da uno schiavo di partito, ma da quelle persone che accetteranno questo compromesso in nome di quella stupida parola senza significato che è “integrazione”. Giornalmente assistiamo a scene di disperazione di persone che hanno perso tutto, o di persone con un disabile a carico, che decidono di porre fine alla vita dello stesso disabile e alla loro, semplicemente perchè non riescono a intravvedere un futuro dignitoso. E di questo, la maggior parte delle persone, non vede o finge di non vedere. Ma quando si tratta di un clandestino, tutto cambia. Diventiamo razzisti, se non li aiutiamo, razzisti della peggior specie. Molto spesso, mi chiedo il perchè di questo comportamento ipocrita, E ancora oggi, non riesco a trovare una risposta. Ospitiamo un disabile in casa nostra e aiutiamolo a vivere dignitosamente. Per quale motivo, la mente bacata del sindaco Pisapia, non c’è mai arrivata ? forse ho trovato la risposta al mio quesito. Il disabile, rappresenta un costo per la società, a differenza del clandestino che in pratica è un assegno circolare. Si chiama, gioco al massacro. Per le nostre istituzioni (politici in testa) il disabile è una macchina rotta da rottamare. Un peso morto. La prova delle mie affermazioni è sotto i nostri occhi. Le varie associazioni che aiutano i disabili, se non fosse per le donazioni di privati cittadini, sarebbero chiuse da un pezzo. Per lo Stato, nemmeno esistono. Per i così detti “centri di accoglienza” è tutta un altra storia. Gestiti dai partiti politici e molto spesso, da parenti degli stessi politici. Chissà come mai ? è molto semplice. Qualcuno ha dichiarato che i clandestini, portano più soldi della droga e in pratica, sono una ricchezza da non sottovalutare. Non ho mai sentito parlare in questo modo di un disabile. Anche se personalmente sono dell’idea che un disabile, sia una ricchezza infinita. Quello che può insegnarti un disabile è importantissimo. Il vivere la quotidianità è un esempio per tutti. Un esempio che molti personaggi, dovrebbero provare sulla propria pelle. Mi scuso per il protrarsi del mio commento. Un caro saluto.
Cordialmente.
Mi spiace ma odio queste stupidaggini perchè nella disabilità non si ha una giornata ma la vita stessa, lo sò è retorica la mia espressione!…………..però la realtà anche se cruda possa essere fonte di rispetto!. Ok le mie sono solo parole……….vere!, ma soltanto parole!;mi scuso per la crudezza o per aver scritto così.Ma il disabile ora come ora non è riconosciuto come tale, ma lo si conosce nella percentuale che i dottori stabiliscono mentre ci si reca a far quella visita ove vieni marchiato con un numero!.Ecco il tuo contributo per questa società, dal 74% sei un disabile!………….sotto di quello sei normale…………..ma è normale tutto ciò?. Nò, ma tanto arrivi al 100%, prendi 279 euro e stop!; lo considerate normale? beh?……………io nò!.Ma è normale che dopo averti tolto quello che prima ti hanno dato,dopo alcuni mesi vieni avvisato dalla banca di percepire ancora i 279 euro!, ti domandi come mai?.La risposta di tutto ciò viene da una raccomandata inps ove si dice:lei è titolare di pensione non più erogabile e ci deve 1116 euro!. Ma?,se non lavoro e voi dopo la visita per revisione che dal 80% scendo al 60% fatta a marzo……………….a novembre ricevo tale lettera. Morale: io dovevo controllare e verificare se loro si accorgessero del cambio percentuale!,richiamato allo sportello mi si chiede l’immediata somma e io rispondo:la schiena mica è guarita come la depressione!…………………risposta loro è: paga tutto o a rate?. Beh a rate logico, ecco dunque 74,90 al mese!………..pur non avendo lavoro!, giornata disabili voi dite?………………….che bella!.