Se la vacanza è andata male è colpa dei disabili! Scatta un nuovo divieto vacanziero!

VIETATO AI DISABILI: aggiungete voi a fare cosa, tanto c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Lo sapevo che in questo periodo dell’anno sarei arrivata a toccare questo argomento spinoso.

Le vacanze non sono per tutti, purtroppo! Starete cercando di abbinare tutti i possibili motivi a questa mia frase e vi do ragione se per primi pensate a quello economico. Eppure ce n’è uno molto offensivo e va al di là della situazione patrimoniale delle persone.

DIVIETO IMPRESCINDIBILE! SEI DISABILE E DOVE CI SIAMO NOI NON TI VOGLIAMO!

Solitamente tutte le volte che ho parlato con voi di questo argomento, l’ho fatto puntando il dito contro le barriere architettoniche di spiagge, alberghi e locali che vietano a noi disabili l’accesso. E anche questo anno mi duole dirvi che ancora le problematiche sono notevoli.

Questa volta però devo prendermela con gli esseri umani. Dovete sapere che qualcuno è convinto che la nostra presenza negli alberghi, in particolare a tavola, quindi nelle parti comuni, PUO’ ROVINARE LA LORO IDEA, PERMETTETEMI MALSANA E MALATA, DI VACANZA; neanche se dovessero accudirci loro. Se il problema è l’obbligo di guardarci, basta semplicemente volgere lo sguardo da una altra parte. 

Un divieto davvero cattivo, che dimostra l’ignoranza delle persone. Io vorrei far notare loro che viviamo quotidianamente a contatto con altre persone e che la vacanza non è uno status a sé, con nuovi privilegi. Io credo che nel loro profondo siano turbati da tutto, dalla gente, in particolare la “più rumorosa”, che disturba la loro idea di vacanza paradiso. Purtroppo è più facile prendersela con noi, ma se si facessero un esamino di coscienza imparerebbero tante cose.

Queste persone sono quelle che pongono lamentele su tutto, esempio: perché il vicino di ombrellone ha un tono di voce troppo alto per i loro gusti, oppure il bambino piange o gioca in modo troppo animato con secchiello e paletta; sono d’accordo che i genitori devono controllare i propri figli, perché non siano maleducati e impertinenti, ma di sicuro non perché giocano e poi, forse, un po’ tutti dovremmo darci una regolata.

Io per alcuni non sarei il vicino di sdraio ideale. Per fortuna nello stabilimento dove vado da tanti anni non ho riscontrato questo problema; anzi c’è una difficoltà opposta: in molti vorrebbero me e il mio compagno come vicini di ombrellone, perché ormai siamo amici da molto tempo e quindi si fa comunella. E’ bello, sembriamo tutti una grande famiglia; una vera combriccola. Non ci penso neanche a perdermi tutto questo! Ammetto che faccio amicizia molto facilmente, però sono fiera di essere anche molto tollerante.

Certo che essere convinti che tutto questo può rovinare una vacanza è un po’ eccessivo. E’ anche vero che non siamo tutti uguali; ognuno di noi ha un limite di tolleranza diverso e questo lo capisco, però un “limite” occorre porselo altrimenti conviene di più stare chiusi in casa. Non hanno mai pensato che diventando eccessivamente non accomodanti le parti si potrebbero invertite e così l’etichetta potrebbe essere attaccata a loro?

Vedi che l’idea, assurda, di fare spiagge solo per disabili, può essere facilmente abbinata anche alle persone eccessivamente astiose? Quasi mi consola sapere che forse potremmo non essere più solo noi i diversi! Quindi potremmo semplicemente scegliere di non volervi, giusto per rendervi, come si dice, pan per focaccia. E’ UN ATTEGGIAMENTO CHE NON CI APPARTIENE, DOPO IL CARICO DI BATTAGLIE CHE ABBIAMO SULLE SPALLE.

Vi ho parlato di tutto questo perché ho letto da l’Adige.it (a bocca aperta perché è accaduto in Trentino) che due coppie di turisti si sono sentite “infastidite” dalla presenza di un gruppo di disabili all’interno dell’albergo dove avevano prenotato.

A raccontare l’accaduto è lo stesso proprietario di un rinomato hotel di Pozza di Fassa.

I primi sono due coniugi che dopo aver effettuato una prenotazione, si sono presentati di buon’ora in hotel per il check-in e al loro arrivo hanno trovato nella reception un gruppo di disabili (una decina di paraplegici in carrozzina e una trentina di disabili fisici, con i vari accompagnatori Anffas). Dopo una consultazione, la coppia ha girato i tacchi e si è diretta verso un’altra struttura alberghiera, senza fornire spiegazioni. Sia i titolari dell’hotel che gli accompagnatori dei disabili sono rimasti senza parole.

Non ero presente, ma mi piace immaginare questi turisti con lo sguardo strabiliato come se avessero visto un gruppo di marziani; ma lasciatemi dire che sono loro i marziani! Bravi solo ad alimentare odio, indifferenza e soprattutto vuole essere quasi un avvertimento verso gli addetti ai lavori: fino a quando accetterete i disabili avrete sempre meno “clienti normali”.

Posso solo augurare all’albergatore che questi turisti non facciano il passaparola per informare i possibili vacanzieri che in quell’albergo si accettano i disabili (un gesto normale diventa per alcuni il personale pensiero di scelta sbagliatissima). Come è facile fare cattiva pubblicità per uno stupido pregiudizio. Spero nell’intelligenza della gente che ascolta; la presenza dei disabili non può e non deve essere vincolante per gli altri.

Ma l’episodio non si è chiuso lì. Dopo un paio di giorni, la coppia è rientrata nella hall dell’albergo chiedendo di parlare con il direttore e protestando perché lui, al momento della prenotazione, non li aveva avvertiti della presenza di ospiti disabili. Hanno dichiarato che “nelle loro vacanze non volevano avere problemi”. L’albergatore, che era indignato e allibito, ha subito chiamato l’Apt locale, per segnalare questo, al quanto increscioso, episodio.

Ma ci rendiamo conto? Io, seguendo il loro ragionamento,  proporrei che la possibile presenza dei disabili venisse segnalata tra i servizi dell’albergo, direttamente negli opuscoli e nella pagina internet, come la presenza di condizionatori, giardino esterno, camere vista mare e non, asciugacapelli nei bagni, terrazza, che si accettano animali di piccola taglia e molto altro.

Poi c’era l’altra coppia. Due ultrasessantenni che stavano soggiornando da una settimana nella stessa struttura, hanno espresso al titolare di essere “infastiditi dalla presenza, soprattutto a tavola, di menomati”.

Il titolare dell’albergo sottolinea che non c’era nulla per cui lamentarsi, perché i portatori di handicap, una quarantina più i rispettivi accompagnatori, erano tutti più o meno autonomi, composti e silenziosi, molto educati e cordiali; alcuni erano solo sordo-ciechi.

Sono convinta che il possibile chiasso era assolutamente equivalente a quello di una qualsiasi comitiva numerosa.

Sono sempre più sicura che la presenza dei disabili è la scusa giusta per loro e secondo la loro intelligenza per giustificare il fatto che sono infastiditi da qualsiasi cosa. Infatti l’albergatore spiega che non hanno esternato subito il proprio disappunto per i nuovi arrivati. All’inizio hanno incominciato a lamentarsi con il cuoco per la qualità del cibo, protestando anche a causa degli orari della colazione, poco elastici. Poi, quando i camerieri e gli chef hanno domandato che cosa davvero non gli fosse gradito, questa è stata la risposta:“Siamo indignati di dover cenare e pranzare con dei disabili”, dichiarando in modo esplicito il loro fastidio per la diversità. In questo caso, i due coniugi hanno lasciato l’hotel prima della data prevista.

Cosa doveva poter rispondere la comitiva? “Non pensate che anche noi possiamo essere infastiditi di stare nella stessa sala con due persone anziane e insopportabilmente maleducate con tutti; personale compreso? Speriamo che la vecchiaia non li porti a cambiare a tal punto la loro vita da ritrovarsi nelle stesse condizioni accanto a loro. Lì potrebbero chiedere il loro aiuto per imparare a vivere e soprattutto a SPERARE DI NON TROVARE PERSONE MALEDUCATE CHE NON FAREBBERO ALTRO CHE DISCRIMINARLI.

Facciamo il punto della situazione e oggi vediamo cosa abbiamo imparato di costruttivo. Ho scoperto che  noi disabili, menomati, diamo molti problemi alla persone che vivono e respirano come noi; che con la diversità fisica, per fortuna, solo qualcuno non vuole avere a che fare, fino a poter esprimere verbalmente l’indignazione di pranzare e cenare con i disabili. Facciamo l’errore di occupare lo spazio vitale delle persone abili; dopo aver preso coscienza di ciò che succede nel nostro paese queste persone vi sembrano ancora davvero abili? L’abilità ci può sorprendere, perché ha tantissime sfaccettature.

Comunque se la vacanza è andata male potete sperare che vi erano presenti dei disabili così potete prendervela con loro! Sapeste che spalle grosse ci siamo fatti!

Ma sinceramente pensate che il titolare di un albergo, accessibile, deve comunque vietare l’accesso ai disabili?

10 risposte a “Se la vacanza è andata male è colpa dei disabili! Scatta un nuovo divieto vacanziero!

  1. Buongiorno.
    Cara Lena, oggi la disabilità non è più un modo di vivere, lottando contro tutto e tutti. Oggi è un arte, fatta di ingegnosità e di voglia di vivere. Il disabile, sa che non puo più contare sulle Istituzioni e si è preparato di conseguenza. Io lo considero un artista, una persona che giornalmente si inventa il modo migliore, per relazionarsi con i normodotati. Se l’imbecille di turno, che soggiorna in albergo, si trova in difficoltà a mangiare vicino a un tavolo di disabili ebbene, sarà lui stesso a lasciare la struttura. Non molto tempo fa, succedeva il contrario. Purtroppo, gli imbecilli di turno ci saranno sempre e sta al disabile, capire il grado di imbecillità del soggetto e relazionarsi di conseguenza. Infastidito dalla presenza di un disabile ? un personaggio del genere, dovrebbe essere infastidito dal fatto che sua madre, lo abbia messo al mondo. Sono portato a pensare che il disabile, sia lasciato solo, sopratutto da chi dovrebbe provvedere alle sue esigenze. Per una volta, non voglio parlare di politica. Molto spesso, chi viene lasciato solo, esprime la sua creatività e credo che in questo momento, la fantasia e l’arte che c’è in ognuno di noi, stia venendo fuori. Solo qualche anno fa, un blog del genere era impensabile, oggi grazie a te cara Lena è diventato una realtà. Tutto questo cosa significa ? significa una cosa sola. Il disabile vuole vivere una vita dignitosa e con gli stessi diritti dei normodotati. L’arte di creare qualche cosa che, era dovere delle nostre Istituzioni.Non sono disabile e spesso mi chiedo chi lo sia veramente. Di una cosa sono certo. Una persona che rifiuta di sedersi vicino a un tavolo di disabili, dovrebbe essere curata per disabilità mentale. Un abbraccio.
    Cordialmente.

  2. … ci sono tanti motivi di insofferenza: colore della pelle, entia diversa, sesso, religione, DISABILITÀ ecc. A causa di questi, qualche decennio fa vennero fatti dei simboli di stoffa colorati, da applicare su divise rigate per indicare i diversi tipi di persone indegne di stare al mondo. Nel mio caso ce ne sarebbero – o saranno – stasti due: uno a indicare la mia disabilità e l’altro la mia appartenenza ad una religione giudicata ostile…

    Ma si comincia con l’insofferenza descritta nel post…

    Per avere un mondo perfetto non ci vuole insofferenza, ma AMORE – anche se Dio comprende se adesso mi viene da invocare fulmini su questi quà -, almeno da parte dell’intera umanità, solo così si arriverà, grazie a Dio, alla perfezione.

  3. …Se vi interessa il simbolo nazista per disabili – Aktion T4 – era un triangolo nero sopra uno giallo –

  4. Buonasera.
    @ Graziella Roggiolani
    Una persona che non tollera la disabilità è un emerito idiota. E credo che la considerazione nei suoi
    confronti, debba essere pari a zero. Un giorno potrebbe toccare a lui. Parlando di religione, la musica cambia. Ovviamente ci sono delle ragioni ben precise e dettate dal buon senso. La stessa, possiamo tranquillamente equipararla alla politica. Quando viene portata all’estremo, diventa inevitabilmente un pericolo. Le religioni non sono ostili, sono pericolose. In alcuni casi, persino per le persone che ne fanno parte e per persone intendo i minori. Bambini che hanno rischiato la vita e in alcuni casi, sono morti per l’ottusità degli stessi genitori. Sopprusi e violenze sessuali, all’interno di certi gruppi religiosi, sono stati documentati da trasmissioni come le Iene e Striscia la notizia. Minori che in nome di uno strano Dio, hanno subito ogni genere di sopprusi. Credo che questo comportamento, una persona di buon senso non lo possa accettare. Personalmente, esseri che si comportano i quel modo, meriterebbero la pena di morte. Purtroppo viviamo nel paese dove tutto è permesso e queste sono i risultati. Grazie alla religione, siamo sulla soglia della Terza Guerra Mondiale. Tirare in ballo il nazismo, mi sembra fuori luogo, il comunismo ha fatto di peggio ma a nessuno, sembra importare. Mi ritengo fortunato nell’essere ateo. Non devo condividere con nessuno, strane congetture e favole per bambini. Ogni religione è nata con un compito ben preciso. L’assefuazione. Spesso usando metodi non certo ortodossi. Se pensiamo che all’interno della chiesa, si annida un numero imprecisato di pedofili, per giunta impuniti, sarebbe giusto porci qualche domanda. In un mondo perfetto l’amore è importante ma, non è certo la priorità. Anche se sono certo che il mondo perfetto, non esisterà mai. Buona serata.
    Cordialmente.

  5. @ Marco
    Mi risulta che anche l’ateismo, portato agli estremi, promuove valori pericolosi per il genere umano.
    Chiaramente vengono promulgati pensieri basati sull’adattamento della specie ed è una filosofia nota a tutti gli estremismi (anche tra le chiese cosidette cristiane. Hai mai sentito dire: ” … porini che male hanno fatto per avere una vergogna come quella…?” dove con la parola vergona indicano il disabile, l’handicappato, il diverso?); pertanto noi disabili stoniano ovunque. Solo chi ci conosce e ci ama come persone sa darci il giusto valore. Anche per questo, non solo per motivi religiosi, sono convinta che l’amore è alla base della vera Civiltà.

    … che io sappia ma attendo un confronto se sbaglio, l’unico testo che da conforto e speranza a chi è oberato da sofferenze, inclusa l’insofferenza, è la Parola di Dio.

    Sempre con sincera e profonda stima.

  6. Carissima questa gente infastidita per la presenza dei disabili dimentica che spesso con la disabilità non ci si nasce è qualcosa che può capitare a tutti, anche a loro. Invece vogliono vivere su un altro pianeta, un pianeta dove pensano che certe cose non li riguardano tanto da percepirlo come fastidio.
    Io ho frequentato una piscina dove venivano anche disabili, il loro “schiamazzo” era uguale a quello dei bambini che si divertono, erano seguiti dai loro accompagnatori e non infastidivano nessuno.
    Notavo che alcuni bagnanti erano infastiditi, ma davvero non davano nessun fastidio anche perchè i loro accompagnatori li seguivano passo, passo.
    Lo so che fa male subire certe cose, questi che si sono lamentati bisogna compatirli…i veri menomati sono loro hanno una menomazione che è la peggiore di tutte l’ignoranza!

  7. mi chiamo francesco. e sono disabile. lo sono diventato dal 2007 . causa una malattia e che la kemio mi ha rovinato le articolazioni delle anche. e ho dovuto fare le protesi alle anche nel giro di un anno. ho dificolta a cammianare, mi muovo con le stampelle. soffro di dolori hai piedi. che sono cadenti. detto questo. io sono indignato quando leggo queste notizie, e spero che gli albergatori si comportano da persone corrette con chi e stato meno fortunato. e dovrebbe dire a questi idioti. che alcuni di loro non sono nati cosi, ma lo sono diventarti per un infinita di motivi. e come e successo a loro puo capitare a chiunque.magari riflettono un attimo e capiscono di aver fatto una figura idiota.

  8. Buongiorno.
    @ Graziella Roggiolani.
    Cara sig.ra, l’ateismo non potrà mai essere portato agli estremi. Non ci sono mille sfumature, o ci credi o no. Non esiste l’estremo, le alternative sono due. Cosa molto differente se parliamo di religione. Ognuno la interpreta come meglio crede. Quante persone vivono, secondo le regole della Bibbia o del Corano ? pochissime. Quante sono le persone che peccano giornalmente ma, alla domenica si presentano d’avanti al cospetto di Dio ? la religione è un interpretazione di ciò che credi. C’è chi la interpreta nel modo giusto e chi in quello sbagliato. Le alternative, sono infinite. Un ateo, nega l’esistenza di Dio. Stop.”Noi disabili stoniamo ovunque”. Se mi permette, la sua frase è offensiva nei confronti di persone come me (e ce ne sono tante) che mettono sullo stesso piano, disabili e non. E le dirò di più. Spesso prediligo il disabile, al normodotato. La sensibilità di un disabile, spesso è di gran lunga superiore a ogni aspettativa e molto spesso la persona “normale” riceve una grande lezione di vita. Personalmente, sono dell’idea che accettare un disabile, sia un fatto culturale. Una vera e propria eredità che si tramanda. I miei genitori, mi hanno insegnato che la disabilità non deve essere vista, come una diversità e su questo, gli e ne sarò eternamente grato.E questa regola, la stò insegnando ai miei figli. Se devo essere sincero, con successo. Cara Graziella, più che usare la parola amore, userei la parola, buon senso. Lo stesso, viene prima di tutto. Se non c’è quello, le probabilità che un disabile si senta scartato, sono molto alte. L’amore viene successivamente. La stima è reciproca.
    Cordialmente.

  9. Caro Francesco, mi dispiace tanto per quello che ti è capitato. Purtroppo nella vita le persone che devono già fare i conti con i loro problemi devono anche sopportare l’ignoranza di certe persone. Ignoranti perchè credono di vivere in un mondo dove a loro è impossibile che accada qualcosa, come se a loro, che si credono normali in base a criteri standard, fosse concesso guardare gli altri da un piedistallo di arroganza, vedono i problemi degli altri con fastidio la disabilità come qualcosa da evitare, mentre loro hanno una disabilità peggiore, l’ignoranza, che non si vede ma nel caso dell’articolo emerge tutta quanta. C

  10. Buonasera.
    Anch’io pensavo che l’ignoranza fosse il fattore principale, che scatenasse differenze tra normodotati e disabili. Purtroppo, assistendo a molte penose situazioni, mi sono dovuto ricredere. L’ignoranza, non c’entra nulla, si deve andare a monte. E’ un fatto culturale. Anche l’ultimo degli ignoranti, trovandosi difronte a una persona sulla sedia a rotelle, capirebbe la differenza. dobbiamo tornare indietro nel tempo, quando la disabilità era considerata una vera e propria, diversità. Una diversità da evitare in tutti i modi e sotto tutti gli aspetti. Questo atteggiamento è stato tramandato da molte generazioni e oggi, troviamo i figli di questi personaggi che, credono ancora che il disabile sia una persona da evitare. E di questi personaggi è pieno il mondo. L’ignoranza è un alibi e spesso viene usata nei confronti di chi offende la dignità di un disabile. Chi lo fa, dovrebbe essere arrestato e obbligato a pagare le offese morali. Solo allora, gli imbecilli cambierebbero il loro comportamento. E’ chiaro che fino a quando non esisterà una legge che tuteli i meno fortunati, tutto si risolverà in una bolla d’acqua. E qui mi viene da piangere. Hanno creato leggi a doc, per la tutela degli animali e la cosa, mi ha fatto piacere essendo un amante dei cani. Ma prima di fare leggi a loro favore, non era meglio tutelare chi è costretto a vivere su una sedia a rotelle, o ancora peggio dentro un letto. Questo dimostra ancora una volta che i nostri politici, sono il peggio che si possa trovare sulla piazza. Mi fanno schifo ! Buona serata a tutti.
    Cordialmente.

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